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I’m not a portraiter. Sorry. Sometimes the friends to whom I show my photos inquire me about the lack of human beings. No, seriously, I do like interacting with people, meeting new ones, talking to strangers. But this thing of the portraits, it just seems too unbalanced to me, to watch your model from behind a viewfinder. Model, photographer, it seems enough of a hierarchy. Still, behind a viewfinder is much better than behind a computer monitor.
I’m kind of fed up of having to explain why I don’t have a facebook account, more or less to the same extent I’m tired of explaining why post-processing is an integral, inseparable part of digital photography (it sounds a bit random, just these are two things I’ve been asked a lot recently). I shall invent something, an excuse. Really. I could be speaking for hours about the misuses of facebook, but I don’t think that is necessary, nor would it be interesting to the readers. I only want to report a motivation I was given once by somebody, in order to justify the use of facebook. This person told that having to write an email (which in itself, is not the best means of communication) to a friend (whatever the meaning the word acquired in the world of virtual relationships) would take too long. And so this person would be able to write thirty facebook messages rather than a single email in half an hour. That sounds incredibly efficient! And a perfect picture of the zeitgeist. All about quantity rather than quality. I don’t know whether am I allowed a self-quotation here, and talk about disposable relationships...
Hey. Could we do that again? I know we haven't met, but I don't want to be an ant. You know? I mean, it's like we go through life with our antennas bouncing off one another, continously on ant autopilot, with nothing really human required of us. Stop. Go. Walk here. Drive there. All action basically for survival. All communication simply to keep this ant colony buzzing along in an efficient, polite manner. "Here's your change." "Paper or plastic?' "Credit or debit?" "You want ketchup with that?" I don't want a straw. I want real human moments. I want to see you. I want you to see me. I don't want to give that up. I don't want to be ant, you know?
P.S. many thanks to Vincenzo for letting me publish his portrait. With a smile like his, it is just too easy to take portraits…even for me.
The text in italics is a quotation from Waking Life
Non sono un ritrattista. Mi dispiace. A volte, gli amici a cui mostro le mie foto, mi interrogano sull'assenza di esseri umani. No, sul serio, a me piace interagire con le persone, incontrarne di nuove, parlare ad estranei. Ma questa cosa dei ritratti, mi sembra solo troppo squilibrata, osservare il tuo modello da dietro un mirino. Modello, fotografo, e’ gia’ un qualche tipo di gerarchia. Beh, sempre meglio dietro un mirino che dietro il monitor di un computer.
Quasi non ne posso piu’ di dover spiegare perche’ non ho un account con facebook, piu’ o meno allo stesso modo di quanto sia stanco di dover spiegare perche’ il post-processing sia una parte integrale, inseparabile, della fotografia digitale (suona un po’ come un’associazione casuale, e’ solo che queste due cose mi sono state chieste spesso recentemente). Devo inventarmi qualcosa, una scusa. Davvero. Potrei stare a parlare per ore del cattivo utilizzo di facebook, ma non credo cio’ sia necessario, ne’ interessante per i lettori. Voglio solo riportare la motivazione datami una volta da una persona per giustificare l’utilizzo di facebook. Questa persona mi disse che scrivere una email (non il miglior mezzo di comunicazione di per se’) ad un amico (qualunque sia il significato assunto dalla parola nel mondo delle relazioni virtuali) richiederebbe troppo tempo. E che in mezz’ora riuscirebbe a scrivere trenta messaggi su facebook piuttosto che una sola email. Sembra una cosa incredibilmente efficiente! Ed una perfetta immagine dello zeitgeist. La quantita’ prima della qualita’, sempre. Non so se mi e’ permessa un’auto-citazione qui, ma mi verrebbe da parlare di relazioni usa e getta...
Hey. Possiamo rifarlo daccapo? So che non ci conosciamo, ma io non voglio essere una formica, capisci? Voglio dire, e’ come se noi vivessimo la vita rimbalzando contro le antenne degli altri, sempre in modalita’ pilota-automatico-formica, senza che sia richiesto nulla di umano. Fermati. Vai. Cammina qui. Guida li’. Tutte azioni fatte per sopravvivere. Ogni comunicazione fatta per portare avanti questa colonia di formiche in una maniera efficiente ed educata. “Ecco il suo resto”. “Carta o plastica?”. “Credito o debito?”. “Vuole del ketchup?”. Non voglio una cannuccia, voglio attimi di reale umanita’. Voglio vederti. Voglio che tu veda me. Non voglio rinunciare a tutto cio’. Non voglio essere una formica, capisci?
P.S. Ringrazio Vincenzo per il permesso di pubblicare il suo ritratto. Con un sorriso come il suo e’ troppo facile fare ritratti...persino per me.
Il testo in corsivo e' una citazione da Waking Life
5 comments:
che bello!
Guarda Luca che tu sei bravo nei ritratti, secondo me...
Mi ricordo che mi fermai qua nel tuo blog proprio per un bellissmo ritratto che hai fatto credo a tua nonna...
Per quello che scrivi poi, mi trovi d'accordo... il tempo ora è tutto di fretta e tutto tanto di tutto.
Amerei la lentezza e la profondità delle cose, delle relazioni!
Un caro saluto
E si, viva la lentezza!
Grazie di tutto.
facebook merda, anche io non ci sono.
E' anche vero che la maggior parte hanno litigato con me, non si sa per quale motivo, quindi non ho bisogno di tenere contatti con nessuno.
Poi facebook e' troppo sociale, io sono asociale.
Anto' non ho capito il tuo commento, se mi prendi per il culo o no, ad ogni modo l'unica cosa che posso dirti e': Inter suca!
P.S. sono a Dublin il weekend 20-22
non era una presa per il culo, e' il mio pensiero su feisbuc
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