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A few photos ago I promised I would spend a few words about photography and the representation of reality. I sense this deep sea is going to take me way too far. As we engage in this voyage, we soon come across some conceptual dangerous waters. Watercolours to set free, ephemeral inner worlds, a camera for a painter’s brush, palettes made up of light. I’m not sure whether photography is more about reality rather than imagination.
…Or is reality itself more about imagination?
A photo is the result of the interaction between light and a sensor (or a photographic emulsion) at the same way as reality stems from the interplay between perception and emotional response. Both photography and reality are largely subjective. And ephemeral. Eternity won’t be enclosed into a portrait or a landscape, if our feeling for that face or that place has changed in time. If the spider bite has made its course. Reality as well is ever changing, as we perceive it and assimilate it and re-project our interpretation outwards. In an infinite loop. Reality is limited, reality is a subset of our imagination and our world of dreams. There are faces, places our eyes are not able to see, but that doesn’t mean they don’t exist. They exist in dreams. And once we wake up, this invisible ark of photography can still rescue them.
Qualche foto fa avevo promesso di spendere qualche parola a proposito di fotografia e rappresentazione della realta’. Posso gia’ avvertire come questo mare profondo mi portera’ troppo lontano. Avventurandoci in questa traversta, ci imbattiamo presto in acque pericolose concettuali. Acquerelli da liberare, effimeri mondi interiori, una fotocamera come un pennello, tavolozze di luce. Non sono sicuro se la fotografia riguardi la realta’ piu’ di quanto riguardi l’immaginazione.
...O forse la realta’ stessa riguarda di piu’ l’immaginazione?
Una foto e’ il risultato dell’interazione tra la luce ed un sensore (o un’emulsione fotografica) un po’ come la realta’ deriva dalla reciprocita’ tra percezione e risposta emotiva. Sia la fotografia che la realta’ sono ampiamente soggettive. Ed effimere. L’eternita’ non puo’ essere racchiusa in un ritratto o in un paesaggio, se cio’ che per noi e’ rappresentato in quel volto o in quel luogo e’ cambiato nel tempo. Se la puntura del ragno ha compiuto il proprio corso. La realta’ stessa cambia continuamente nel tempo, mentre noi la percepiamo, assimilandola, riproiettando verso l’esterno la nostra interpretazione. Un circolo infinito. La realta’ e’ limitata, la realta’ e’ un sottoinsieme della nostra immaginazione e del nostro mondo dei sogni. Ci sono volti, posti, che gli occhi non riescono a vedere, e tuttavia cio’ non vuol dire che essi non esistano. Esistono nei sogni. E una volta svegli, quest’arca invisibile che e’ la fotografia puo’ ancora metterli in salvo.
3 comments:
"Ci sono volti, posti, che gli occhi non riescono a vedere"... o che non vedranno mai, o che si presentano alla vista come un'apparizione improvvisa ed inaspettata, lasciando quella sensazione di infinito o di spaesamento dall'impalpabile indefinitezza.
Come questa foto, sospesa tra cielo e terra, tra la leggerezza e la concretezza. In viaggio... "Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti"
una fotocamera come un pennello... questa foto in particolare rappresenta molto bene l'infinita libertà di potersi muovere nell'immenso cielo dell'immaginazione. salire il più in alto possibile, aspettare un tempo indefinito prima di toccare di nuovo la terra; una volta a terra, averne acquisito un punto di vista nuovo: quello della propria immaginazione.
momò
Grazie Francesco. Queste tue parole mi hanno fatto pensare che "ineffabile" potrebbe essere stato un altro titolo per questo post.
Silvia, so che mi sono allontanato abbastanza da quello che era il tuo spunto iniziale. Ma credo che sarebbe interessante approfondire l'argomento 'rappresentazione della realta'', non necessariamente qui, e magari coinvolgendo altre persone. Per cui ti passo la palla ;)
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